Per i piccoli le loro manine sono degli strumenti di cui non possono fare a meno.
Fin dalla nascita possiedono una presa palmare innata, un riflesso attraverso il quale possono afferrare gli oggetti con forza e sicurezza; questo stesso riflesso utile per sviluppare motricità e coordinazione occhio-mano.
Le mani sono il loro strumento preferito per l’esplorazione. Con esse scoprono tessuti, forme, profondità, densità e tante altre informazioni con cui possono costruire una mappa mentale di ciò che li circonda.
E non solo. Le mani sono un mezzo di comunicazione non verbale. Ed ecco perché gesti spontanei – come afferrare il volto della mamma o il semplice grattarsi – sono rappresentazioni di bisogni, di emozioni e stati d’animo.
Nelle prime settimane di vita i movimenti delle mani sono imprecisi e poco coordinati, risultando in pugni chiusi o mani in bocca (tra poco parleremo a fondo di quest’ultimo caso). Poi i mesi passano ed i movimenti acquisiscono maggiore fluidità e coordinazione, permettendo ai piccoli di afferrare gli oggetti con precisione e portarli spesso in bocca o per manipolarli.
Tra il 6° ed 8° mese di vita, i neonati sviluppano la cosiddetta presa a pinza, con cui riescono a prendere piccoli oggetti come briciole o pezzi di cibo.